Questo è un articolo di riferimento all’episodio Blind Tennis! Di Motto Podcast. Se vuoi ascoltare l’episodio clicca Qui.
Il Blind Tennis è uno sport per non vedenti e ipovedenti nato in Giappone nel 1984. Uno studente non vedente di nome Miyoshi Takei manifestò il suo desiderio di provare a giocare a tennis. Così, assieme ad un insegnante della scuola per non vedenti di Kawagoe nella prefettura di Saitama, svilupparono quello che all’inizio venne chiamato Handycap Tennis.
Nei successivi anni hanno dimostrato il funzionamento e le regole per poter giocare in tutta la nazione. Infine, nel 1990 a Tokorozawa si svolse il primo campionato giapponese di questa disciplina che assunse definitivamente il nome di Blind Tennis.
Takei san è diventato inoltre il Presidente della JBTA, la Japan Blind Tennis Association, e ha promosso il Blind Tennis anche all’estero. Takei san è morto prematuramente nel 2011 a causa di un incidente ferroviario ma, il suo sogno era quello di portare il Blind Tennis in tutto il mondo.
Attualmente la IBTA, International Blind Tennis Association, sta portando avanti il suo sogno e sta lavorando per far diventare questa disciplina uno sport paralimpico.
Occorrente
Per giocare a Blind Tennis occorre avere una normale racchetta da Tennis (23 pollici per la categoria B1 e 25 pollici per B2-3), una pallina sonora di gomma e una rete simile a quella del badminton.
I bordi del campo sono delineati da una cordina fissata al pavimento con del nastro adesivo, in modo tale che i giocatori possano avere dei riferimenti tattili e potersi orientare.
Alcune regole
Il Blind Tennis è considerato una disciplina tridimensionale. Questo perchè, a differenza dello showdown in cui la pallina scivola sul tavolo in lunghezza e larghezza, si aggiunge la difficoltà dello spostamento anche in altezza della pallina, dovuto al rimbalzo della stessa sulla superficie di gioco.
Il Blind Tennis segue il punteggio del Tennis e, per quanto possibile, anche il suo regolamento con ovvie modifiche.
Ad esempio, nella categoria B1 (ciechi totali), chi batte, una volta preparatosi, deve rivolgersi all’avversario con la domanda “Ready?”. L’avversario dovrà rispondere con “Yes”. Il battitore a questo punto dirà “Play” e avrà 5 secondi per colpire la pallina con la racchetta e indirizzarla verso l’avversario.
Chi riceve, ha tempo fino al terzo rimbalzo compreso della pallina per controbattere. Un punto importante da tenere in considerazione è che il colpo è valido se la pallina fa il primo rimbalzo nel campo avversario. I rimbalzi successivi possono avvenire anche fuori dal campo e, ovviamente, anche chi deve controbattere ha la facoltà di uscire dal campo.
Nelle altre categorie i rimbalzi ammessi sono minori e in tutte le categorie è sempre ammesso colpire la palla al volo anche prima dei rimbalzi.
Il campo di gioco
Il campo da gioco per la categoria B1 è molto simile a quella di un campo da Badminton e misura 12,8 metri in lunghezza e 6,1 metri in larghezza. La rete deve avere una altezza di 83 centimetri.
Per le altre categorie, le misure sono aumentate: 18,28 metri in lunghezza, 8, 23 metri in larghezza e rete di 90 centimetri di altezza.
La rete è sempre posta parallela alle linee di battuta e a metà della lunghezza del campo.
Inoltre, al centro di ogni linea di battuta è posta una linea perpendicolare di circa un metro per facilitare l’orientamento tra parte sinistra e destra del campo.
Curiosità
Quando si inizia una partita ufficiale, bisogna decidere chi batte per primo. Solitamente si può decidere a testa o croce con il supporto di un arbitro vedente. Ma c’è anche la possibilità di decidere direttamente tra i due atleti facendo cadere una racchetta a terra e decidendo se la lettera in rilievo della marca cadrà rivolta verso il basso o l’alto. Chi vince potrà così decidere se avere la precedenza di battuta o la scelta del campo. Viceversa per chi perde.
La pallina è in spugna con dei piccoli sonagli al suo interno e può essere di colore giallo o nera, a seconda del colore del campo per fornire un contrasto migliore agli atleti ipovedenti.
Quando viene giocata una partita tra atleti B1, si deve indossare una maschera che copra gli occhi. Questo è stato deciso anche per rendere inclusivo il gioco tra un atleta non vedente e un ipovedente o normodotato.
In Giappone ad esempio, si svolgono partite doppie in cui un atleta B1 gioca assieme a normodotati e ipovedenti. In questi casi, tutti e quattro i giocatori avranno gli occhi coperti da una maschera.
Conclusioni
Trovo il Blind Tennis molto divertente e vorrei consigliare a tutti di provarlo almeno una volta.
Certamente è molto difficile per un B1 riuscire a colpire la pallina. Questa infatti emette il suono solamente quando viene colpita e quando rimbalza. Non quando è in aria. Ma, quando si riesce a colpirla e magari a tirarla nel campo avversario e fare punto, si prova una emozione molto gratificante.
Al momento credo che l’unico lato negativo sia la difficoltà di reperire le palline sonore. Si possono comprare solamente dal Giappone e il loro prezzo si aggira mediamente sui 10 Euro al pezzo. Però, si possono comprare in gruppo o comunque attraverso la società sportiva di riferimento. Il resto del materiale è invece di facile reperimento.
Provate dunque anche voi a cimentarvi in questo sport. Fatemi sapere poi le vostre impressioni!
Alcuni link per i materiali:
Racchette Wilson US Open 23 e 25