
Haiku
古池や / 蛙飛び込む / 水の音
Traslitterazione:
Furuike ya / kawazu tobikomu / mizu no oto
Traduzione in italiano:
Un vecchio stagno,
una rana si tuffa –
il suono dell’acqua.
Analisi della poesia
Questo haiku, uno dei più noti di Matsuo Basho, evoca una scena semplice, ma ricca di significato e simbolismo. L’immagine iniziale dello stagno vecchio rappresenta quiete, immutabilità e il passare del tempo. Basho, in sole diciassette sillabe, riesce a trasmettere la profondità del silenzio, rotto improvvisamente dal tuffo della rana. Questo suono inatteso interrompe la calma, rivelando come l’attimo effimero possa avere un potere immenso nel cambiare l’atmosfera. È un invito a percepire il presente, valorizzando anche i piccoli e fugaci momenti di vita.
L’uso del termine “oto” (suono) è cruciale: il poeta, infatti, non descrive l’aspetto della rana o il movimento dell’acqua, ma si concentra su quel singolo “suono”, enfatizzando l’importanza dei sensi nella poesia giapponese e invitando il lettore a “sentire” la scena. Questo haiku è quindi sia visivo che auditivo, una caratteristica distintiva della poesia haiku.
L’autore: Matsuo Basho
Nato nel 1644, Matsuo Basho è considerato il maestro del genere haiku. La sua vita fu quella di un pellegrino, dedicata alla natura e alla poesia. I suoi viaggi attraverso il Giappone influenzarono profondamente la sua opera, facendogli sperimentare il senso di impermanenza (mono no aware) e il concetto di bellezza nel transitorio. Basho riuscì a trasformare scene di vita quotidiana in profonde riflessioni sull’esistenza, lasciando un’eredità spirituale e poetica che ha influenzato profondamente la letteratura giapponese.