
Roberto fa judo al buio, mette ko il pregiudizio ed è premiato in Vaticano
arti marziali L’atleta padovano è tra i meritevoli del Giuseppe Sciacca riconoscimento internazionale per i talenti in ogni campo
Di Alessandro Cesarato
PADOVA é riuscito a fare dello sport un veicolo concreto per l’inclusione sociale.
é per questa motivazione che il padovano Roberto Lachin, 43 anni a giorni, cresciuto con i nonni a Ponte di Brenta prima di trasferirsi a Mestre, è stato premiato in occasione della XX edizione del Giuseppe Sciacca, premio internazionale volto a valorizzare nuovi talenti in diversi campi di studio provenienti da tutto il mondo.
La cerimonia si è tenuta nei giorni scorsi a Roma, alla Pontificia Università Urbaniana in Vaticano.
Quella di Roberto è la storia di una rinascita, di come imparare giorno dopo giorno a ricreare il mondo ideale in cui vivere al meglio, condividendone i piccoli segreti con gli altri.
Anche di come il destino, alla fine, in qualche modo sistemi un po’ tutto.
A 9 anni gli viene diagnosticata una retinite pigmentosa, malattia degenerativa che lo ha portato alla completa perdita della vista nel 2004.
«Avrei sempre voluto fare sport con i miei coetanei» ricorda Roberto «ma per la mia situazione le società mi hanno sempre rifiutato».
Per sopperire a questo, Roberto si dedicava alla lettura di fumetti giapponesi, che lo portato ad appassionarsi alla cultura del Giappone fino a laurearsi in Lingue e Civiltà Orientali della Ca’ Foscari.
Dopo l’Università , Roberto si è sposato ed ha avuto un figlio.
«Nel 2012 accompagnandolo alla sua prima lezione di karate» racconta «per sbaglio, dopo aver dato il comando al mio cane guida di trovare la porta per la toilette, mi sono imbattuto nell’istruttore di judo che, invece di rifiutarmi, mi ha invitato a provare, incoraggiandomi sul fatto che nonostante la mancanza del senso della vista avrei tranquillamente potuto praticare la disciplina».
Diventato addirittura un atleta paraolimpico plurimedagliato, Roberto ha capito che poteva aiutare tante persone con il suo esempio.
Dalle sue esperienze sportive, assieme alla ballerina non vedente Elena Travaini, è nato così il progetto di Judo al buio, una vera e propria terapia per migliorare l’autostima e superare i propri limiti.
Non solo.
Roberto dal 2020 è creatore e conduttore di Motto Podcast, una trasmissione online in cui affronta i temi dell’inclusione sociale e della disabilità visiva.
Conta un centinaio di interviste a persone, disabili o normodotate, che hanno fatto qualcosa di speciale e che siano da esempio per molti.
«Un incitamento a vivere la vita senza paure e da protagonisti nonostante tutto», conclude Lachin.
Il podcast sul premio Sciacca
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