Paola seduta davanti alla commissione discute la tesi Paola in piedi con gli insegnanti alla nomina di Dottoressa
Facciamo tutti i complimenti a Paola Labarile, la musicologa ufficiale del Motto Podcast!
Il 29 Aprile la nostra Paola ha conseguito la laurea in musicologia presso la sede cremonese della Facoltà di Musicologia di Pavia. Nonostante il periodo storico particolare, è riuscita a discutere la propria tesi in presenza e così, alle 9.30 di mattina è diventata a tutti gli effetti una musicologa!
Ecco alcuni dettagli direttamente da Paola:
Quando hai iniziato l’università?
Alla facoltà mi sono iscritta nel 2014, ma, per una questione di tempistiche, della triennale ho conseguito i 24 crediti di cui avevo necessità, tra gli esami obbligatori, per poi passare, nel 2017 direttamente al biennio magistrale, cosa che potevo fare, essendo già laureata in lettere classiche. Tutti coloro già in possesso di un titolo accademico, possono accedere direttamente alla magistrale, dopo aver conseguito 24 crediti del percorso triennale. Coloro che giungono dal conservatorio ovviamente sono avvantaggiati, perchè sono già in possesso dei requisiti necessari per accedere alla magistrale.
Hai un’opera preferita?
È difficile scrivere quale sia la mia opera preferita, con certezza però posso dirti che i due compositori che prediligo sono Vincenzo Bellini e Giuseppe Verdi e tra le opere che adoro c’è sicuramente Norma di Bellini e Traviata di Verdi, anche se sono al contempo molto legata al primo Verdi, quello cioè delle opere giovanili che ricoprono un decennio della sua carriera: dagli anni quaranta dell’Ottocento fino agli anni cinquanta, anni cioè della cosiddetta trilogia popolare: Rigoletto, Trovatore e Traviata. Una delle opere verdiane a cui sono più legata è l’Attila del 1846, su cui avevo scritto la mia tesi triennale in lettere.
Parlaci della tua tesi…
La mia tesi magistrale in musicologia è incentrata sul Macbeth di Verdi, una delle opere più belle del compositore, la cui prima versione andò in scena il 14 marzo del 1847. La seconda versione, che tutti oggi ascoltiamo e che ho preso in esame è più tarda, precisamente del 1865. Il titolo della tesi è: Il Macbeth di Verdi nel secondo novecento, il sottotitolo recita: interpretazioni a confronto. Il mio lavoro è consistito nel prendere in esame cinque importanti produzioni dell’opera verdiana, scelte per autorevolezza e diffusione, che sono state messe a confronto al fine di comprendere, dopo un attento ascolto e vaglio di importanti documenti quali la corrispondenza dello stesso compositore, quali fossero più aderenti al dettato verdiano,ma, al contempo, proponessero interpretazioni innovative e ugualmente interessanti dal punto di vista interpretativo, sempre nel rispetto della drammaturgia pensata da Verdi per quest’opera. Le edizioni prese in esame sono, in ordine cronologico, quella del 1952, dal vivo, con Enzo Mascherini come Macbeth, Maria Callas, come Lady Macbeth, sotto la direzione di Victor De Sabata, dal teatro alla Scala, l’edizione del 1959 con Leonard Warren e Leonie Rysanek nei panni dei due protagonisti, registrazione effettuata in studio dal Metropolitan Opera House, sotto la direzione di Erich Leinsdorf, l’edizione del 1976, in studio, con i complessi del teatro alla Scala, con Piero Cappuccilli e Shirley Verrett e Claudio Abbado come direttore. Seguono le ultime due produzioni, ovvero quella del 1997, dal vivo, ancora una volta dal teatro alla Scala, con Renato Bruson, Maria Guleghina e Riccardo Muti, per finire con una produzione più recente dal teatro Nacional de Sao Carlos di Lisbona, con Johan Reuter, Dimitra Theodossiou, con la direzione di Antonio Pirolli.
Ora che sei laureata, hai qualche progetto da realizzare?
Imiei progetti per il futuro includono tante idee: in primo luogo vorrei coinvolgere un gruppo di studenti, o comunque di persone che abbiano a che fare con la musicologia all’interno della mia facoltà, per far leggere loro per il Libro parlato testi musicologici che è difficile reperire in pdf o in formato audio. Il mio ruolo in questo progetto sarebbe fare da tramite tra il libro parlato e l’università per formare un gruppo di lavoro e ascoltare i testi letti, prima di dare l’ok ufficiale affinché vengano inseriti in catalogo. Questa idea permetterebbe a giovani musicologi non vedenti o ipovedenti come me di avere un approccio diretto con volumi di una certa rilevanza e così formarci per nostro conto, ma anche in vista di conferenze o lezioni che, in qualità di musicologi, potremmo essere chiamati a fare. Una delle strade che vedo a me più affini sarebbe indubbiamente quella della divulgazione del patrimonio operistico tramite radio. Inoltre, mi vedrei bene come guida all’ascolto in qualche museo ddedicato a compositori e cantanti, dove potrei anche collaborare a percorsi tattili per non vedenti. Nei teatri mi piacerebbe spiegare, tramite audio o video da pubblicare sui relativi siti, le trame delle opere e farne la relativa contestualizzazione storica, al fine di preparare il pubblico alle opere in cartellone.
Sono sicuro che farai molta strada perchè sei brava ma, rimmarrai ancora la musicologa ufficiale del Motto Podcast?
Rimarrò per sempre la musicologa e collaboratrice del Motto Podcast, se lo vorrai!
Non sono solo io a volerlo ma, tutti i fan della trasmissione! Grazie per tutto Paola e, complimenti vivissimi per questo nuovo scalino della tua carriera!
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